
Dopo aver letto l’articolo dedicato al Catalogo di Capture One, qualcuno potrebbe obiettare: “Benissimo! Ho compreso la logica del Catalogo, il discorso degli Album, dei Progetti, ecc. Tutto molto logico, efficiente, personalizzabile, però a me non piace. Non mi interessa avere un calderone, preferisco un approccio del tipo Sono andato a Parigi, ho tot foto da lavorare, le lavoro, le seleziono, finisco e me ne dimentico; e fare poi lo stesso ogni volta per ogni nuovo gruppo di foto. Si può fare?”.
Risposta: sì, sì può fare, perché c’è un sistema alternativo al Catalogo: utilizzare le Sessioni.
In effetti il Catalogo di Capture One esiste dalla versione 7. Come si faceva prima? Con le Sessioni. Ricordiamo infatti che Capture One nasce per acquisire in diretta le immagini scattate da dorsi digitali collegati ad un computer (c.d. “tethering”). Una tipica procedura di lavoro prevedeva di creare, sul computer, una cartella principale dedicata a quella specifica sessione di ripresa, ed al suo interno una serie di sottocartelle, ciascuna delle quali dedicata a contenere determinate immagini.
Ebbene, Capture One sposa questa logica strutturando le sessioni in questo modo: una cartella principale (il cui nome viene deciso dall’utente), e quattro sottocartelle che hanno sempre lo stesso nome. Eccole:
Acquisizioni -> La cartella che contiene tutte le immagini
Selezioni -> La cartella che contiene le immagini scelte
Output -> La cartella che contiene le immagini lavorate
Cestino -> La cartella che contiene le immagini cancellate (non è il Cestino del sistema. E’ un cestino specifico della Sessione).
Queste quattro cartelle vengono chiamate Cartelle di Sessione.
In estrema sintesi, dunque, una Sessione è un oggetto che prevede una serie fissa di cartelle, pensate per un flusso di lavoro standardizzato (cioè che preveda di ripartire le immagini in quelle quattro cartelle), abbinate ad un piccolo database. Tra l’altro il database di una Sessione è più piccolo rispetto a quello del Catalogo, perché le modifiche applicate alle foto, così come i metadati di ogni immagine, non finiscono nel database (come avviene con i Cataloghi), bensì in dei file con estensione .COS dedicati ad ogni immagine.
La caratteristica principale delle Sessioni rispetto ai Cataloghi è che una Sessione è un oggetto completo: contiene le foto originali, quelle selezionate, quelle lavorate e quelle scartate, le regolazioni effettuate, e tutti i file di impostazione ed organizzazione relativi alla sessione medesima. E’ quindi qualcosa di indipendente e compiuto, a differenza di un Catalogo dove le foto di partenza possono stare dentro o fuori il Catalogo, le foto lavorate possono essere state memorizzate chissà dove, le regolazioni effettuate sono memorizzate in un unico file che contiene le anteprime, le miniature e quanto fatto su tutte le foto del Catalogo, e così via.
Lavorare con le Sessioni
Vediamo in pratica come si lavora con una Sessione. Se ne crea una nuova dal menu File -> Nuova Sessione, oppure cliccando sul solito simbolo del + nella parte superiore del pannello Libreria, oppure scegliendo Nuova Sessione dalla finestra che appare quando si avvia C1 tenendo premuto il tasto ALT; come con i Cataloghi, insomma.
Aprire una Sessione Esistente
Si può aprire una Sessione già esistente facendo doppio clic sul file con estensione .cosessiondb presente nella cartella principale della Sessione stessa, o trascinando il file sull’icona di C1 presente nel Dock. Se il file ha questa estensione, vuol dire che risale ad almeno Capture One 7, ed è irrilevante se sia stato creato su Mac o su Windows. Se invece il file ha una delle estensioni precedenti (.col50, .col45…) allora viene da versioni più vecchie, e si aprirà solo sulla stessa piattaforma (Windows o Mac) su cui è stato creato a suo tempo.
Nuova Sessione
Creando una nuova Sessione, apparirà una finestra che ci consente di:
– dare un nome alla Sessione
– decidere dove C1 dovrà crearla (cioè dove creerà il database e le cartelle)
– scegliere, se vogliamo, un modello (Template) di Sessione salvato in precedenza
– dare, se vogliamo, un nome specifico alle quattro cartelle di default (le cartelle su disco avranno il nome deciso da noi; ma le corrispondenti Cartelle Sessione visualizzate nel pannello Libreria di C1 si chiameranno sempre e solo con i 4 nomi di default)

La logica delle Sessioni è per l’appunto questa:
- in Acquisizioni (Capture, in originale) ci vanno le immagini importate oppure acquisite direttamente da un dorso/fotocamera;
- in Selezioni (Selects) quelle che l’utente ha selezionato (e dunque, normalmente, le migliori) usando CMD+J oppure lo strumento Sposta in cartella Selezioni, richiamabile col tasto V o tenendo premuto il primo simbolo del gruppo centrale di strumenti sulla barra, quello a forma di puntatore;
- in Output le immagini che sono state elaborate in C1;
- nel Cestino quelle scartate; si tratta, come nel caso dei Cataloghi, di un cestino “locale”, non del Cestino del nostro sistema operativo.
Ci si potrebbe chiedere perché la cartella Acquisizioni si chiami così e non, per esempio, “Importate”: la risposta è perché C1 è nato per lavorare con i dorsi digitali, che una volta ripresa un’immagine la trasmettono direttamente al computer.
Una volta creata la Sessione, la finestra di C1 assumerà l’aspetto mostrato di seguito:

Come si vede, la scheda Libreria di una Sessione è diversa da quella dei Cataloghi. Non ci sono più le Raccolte, bensì quattro pannelli.
Il primo contiene le quattro cartelle di sistema della Sessione, e non è modificabile. E’ però possibile decidere che le quattro funzioni in questione (Acquisizioni, Selezioni, ecc.) non siano associate alle cartelle standard create da C1, bensì a quattro cartelle qualunque, di nostra scelta. Per far ciò basta andare nel pannello Cartelle di sistema, individuare la cartella che ci interessa, cliccarci col destro e scegliere Imposta come Cartella Acquisizioni (oppure Selezioni, ecc.)
Il secondo contiene gli album della Sessione. Due sono creati dal programma: uno contiene Tutte le Immagini e l’altro le immagini cui abbiamo dato il massimo dei voti, cioè Cinque Stelle (le “stelle” sono i voti che si possono dare alle foto in C1). Cliccando sul simbolo + è possibile creare altri Album, normali o intelligenti. Un Album è un insieme di determinate immagini; è l’utente a decidere quali e quante immagini facciano parte di un Album, mettendocele a mano. Esistono poi gli Album Intelligenti (Smart Album), che sono album “popolati automaticamente” da C1 in base a regole decise dall’utente. Esempio classico: creare un album “Le migliori”, contenente tutte le foto che hanno 4 o più stelle, oppure due album che raccolgono tutte le foto corredate dalla parola chiave “tramonto” e “gatto”; una foto che abbia entrambe la parole in questione, tramonto e gatto, verrà inclusa da C1 in entrambi gli album. Gli Album Intelligenti, in ossequio alla loro denominazione, si aggiornano da soli: una volta creati, ogni volta che una foto riceverà 4 o più stelle sarà aggiunta automaticamente al suddetto album. Stesso dicasi per i numerosi futuri gatti fotografati al tramonto. Se una foto di un gatto al tramonto prenderà 4 stelle, finirà in tutti e tre gli album.
Per la creazione degli Album si può utilizzare il menu File -> Nuovo Album, oppure cliccare sul + presente accanto a Album Sessione, oppure cliccando col destro su una qualunque delle Cartelle Sessione. Come nel caso del Catalogo, gli album sono logici, o se si preferisce “virtuali”: i file immagine in realtà non vengono mai spostati dalla cartella originaria in cui si trovano.
Si noti infine che, a differenza dei Cataloghi, le Sessioni non possono contenere Progetti né Gruppi.
Il terzo pannello contiene i Preferiti di Sessione. Cliccando sul + è possibile aggiungere delle cartelle “preferite” sulle quali si desidera lavorare. E’ possibile sia “preferire” una cartella già esistente che una creata ad hoc stesso dalla finestra che appare dopo il +. Una volta “preferita”, una cartella può essere impostata come cartella per le Acquisizioni/Selezioni/Output (clic-destro e voce di menu corrispondente). I Preferiti di Sessione sono in effetti dei collegamenti (in ambiente Mac si direbbe alias) a delle cartelle fisiche. Questo è un ottimo modo per associare ad una Sessione altre cartelle, aggiuntive rispetto a quelle di fabbrica, utile perché di base C1 mostra solo le foto contenute nelle cartelle standard di una Sessione.
Inoltre, quando si cercano delle immagini (usando i filtri, di cui parliamo in un articolo dedicato) le ricerche avvengono solo all’interno della Sessione (mentre se si lavora su un Catalogo le ricerche operano su tutto il Catalogo); stessa cosa per gli Album Intelligenti, i cui filtri hanno effetto solo all’interno di una Sessione. Aggiungendo invece delle cartelle “preferite”, si estende anche ad esse l’ambito delle ricerche fatte dall’utente o dagli Album Intelligenti.
Il quarto, come nel caso dei Cataloghi, consente di sfogliare il filesystem; ma a differenza dei Cataloghi da qui è possibile sfogliare l’intero sistema, e non soltanto le cartelle che contengono foto importate nel Catalogo. Come nel caso del Catalogo, si possono spostare foto da una cartella all’altra, trascinandole.
A differenza di quanto avviene con il Catalogo, le Sessioni si aggiornano da sole ogni volta che si sfoglia una cartella, quindi se si spostano a mano (cioè tramite il sistema operativo, e non C1) delle foto, C1 non batterà ciglio né ci darà messaggi d’errore. Si noti però che quando si lavora con le Sessioni tutti gli interventi fatti sulle foto vengono memorizzati in appositi file, che vengono posizionati in determinate sottocartelle; spostando le foto tramite C1 (basta trascinarle col mouse), il programma si preoccupa di spostare anche le sottocartelle con i file delle regolazioni, le anteprime e così via. Conviene dunque sempre lavorare all’interno di C1.
Importare immagini in una Sessione
La procedura è la stessa di quella dei Cataloghi, alla quale rimandiamo. Però c’è una differenza nel menu Importa A, che adesso appare così:

Di default il programma suggerisce di importare le immagini nella cartella Acquisizioni, ma in alternativa si può scegliere la cartella Sessione (cioè la cartella principale della Sessione, di cui Output/Acquisizioni è una sottocartella), oppure una Cartella Selezionata, cioè una qualunque cartella scelta da noi; la scegliamo cliccando su Scegli Cartella oppure cliccando una delle ultime utilizzate, che sono elencate nello stesso menu.
Conclusa l’importazione, C1 crea un album che contiene tutte le foto importate. Con il mouse si possono trascinare le immagini nelle cartelle desiderate (Selezioni o Cestino). Man mano che si lavorano le immagini, una volta completata l’elaborazione C1 ce le farà trovare nella cartella Output.
Se la struttura di una Sessione ci è particolarmente cara, possiamo salvarla come modello (template) per riutilizzarla in futuro tramite il menu File -> Salva come Template. In questo modo la struttura delle cartelle, degli Album e dei Preferiti verrà memorizzata.
Si noti che, a differenza dei Cataloghi, le Sessioni non prevedono la possibilità di backup. E’ però possibile farle verificare da C1 (File-> Verifica…).
Sessioni senza importazione
A differenza di quanto accade con i Cataloghi, non è obbligatorio importare le immagini in una Sessione: dal pannello Cartelle è possibile sfogliare l’intero filesystem ed aprire direttamente da lì le immagini su cui si desidera lavorare. Attenzione: quando si lavora con una Sessione e si cancella una cartella, questa verrà effettivamente cancellata dal computer. Il pannello Cartelle della modalità Sessione è una vera e propria interfaccia verso il filesystem del computer.
Dov’è la mia sessione?
E se non si ricorda dove sia la sessione? Basta cliccare nel pannello Libreria sul nome della Sessione e, quando il menu si è aperto, lasciare per qualche istante il puntatore del mouse sul nome:

Oppure si può cliccare col destro sul nome della Sessione al centro della barra superiore:

Se si clicca su una delle cartelle del percorso, verrà aperta dal sistema operativo.
Dalla Sessione ad un Catalogo
E’ possibile importare una Sessione dentro un Catalogo: con un Catalogo aperto, scegliere File -> Importa Sessione, e navigare fino alla sessione desiderata. Una volta importata, la Sessione diventerà un Progetto dentro il Catalogo, mantenendo la struttura di sottocartelle originaria.
Questo flusso di lavoro è tipico di chi prima lavora le foto in una sessione, e poi man mano le riversa in un Catalogo. Secondo questa logica il Catalogo diviene dunque il contenitore “finale” delle immagini già organizzate (scarti, selezionate, ecc.) e lavorate, laddove usando solo il Catalogo di solito il primo passo è importare le immagini originali (non lavorate) nel Catalogo, per poi dedicarsi all’organizzazione ed alla lavorazione.
Da un Catalogo ad una Sessione
Non è possibile fare il contrario, cioè importare un Catalogo dentro una Sessione. Se si ha necessità di importare in una Sessione una o più foto che sono presenti in un Catalogo, bisogna aprire il Catalogo, operare sul menu File-> Esporta Immagini -> Originali e poi abilitare l’opzione Esporta come EIP. Fatto ciò si può ritornare alla Sessione ed accedere alla cartella dove si trova il file EIP: C1 riconoscerà sia l’immagine che tutte le regolazioni effettuate a suo tempo nel Catalogo.
File e cartelle di una Sessione
Abbiamo visto che una Sessione consiste di una cartella principale (che avrà il nome della Sessione, scelto da noi), la quale contiene un database con estensione .cosessiondb, e quattro sottocartelle. Il database contiene le informazioni relative agli album, ai Preferiti, alle cartelle che abbiamo associato alle quattro funzioni standard di una sessione (Acquisizione, Cestino, ecc.). Ma a differenza che nei Cataloghi, nel database della Sessione non vengono memorizzate le regolazioni applicate alle immagini. Quando si lavora un’immagine in una Sessione, infatti, C1 crea una sottocartella (chiamata Capture One) nella cartella dove si trova la foto, ed al suo interno altre due sottocartelle:
- SettingsXXX (la sigla XXX si riferisce alla versione di C1), dove viene salvato un file con estensione .COS che contiene le regolazioni effettuate su ogni singola immagine; se poi si usano determinate regolazioni, vengono creati e salvati altri file (ad esempio .comask per le maschere di livello, oppure file .icm se si usano profili ICC per quella specifica immagine). Il file .cos se vogliamo è grossomodo equivalente allo .xmp del mondo Adobe. Si tratta di un file XML, visualizzabile con un qualunque editor di testo.
- Cache, che contiene due sottocartelle, quella della miniatura della foto (un file con estensione .cot) e la cartella Proxies che contiene un file con estensione .cof (la maschera di messa a fuoco; è un file JPEG/JFIF) ed uno con estensione .cop che di fatto è l’anteprima dell’immagine (ispezionandolo con un editor di testo si vede che è un TIF con dei metadati).
Una volta finito di lavorare con una sessione, se si ha necessità di recuperare spazio su disco si può cancellare la cartella Cache; C1 la creerà daccapo se e quando verrà riaperta quella Sessione. E’ importante invece mantenere la cartella Settings, altrimenti si perde traccia delle regolazioni effettuate.
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